IL PICCOLO MAGHETTO


C'era una volta,

in una foresta lontana, un piccolo maghetto che passava le sue giornate a fare pozioni e incantesimi.

"Semi di papavero e bava di lumaca, in questa foresta mostratemi la vera tempesta!"

E così iniziò a tuonare su nel cielo, e grosse gocce d'acqua cominciarono a cadere.

Il piccolo maghetto, sorrideva tutto soddisfatto per essere riuscito nella sua impresa, ma la tempesta diventava sempre più forte, e le gocce non smettevano di scendere fitte contro la sua casetta.

"Oh, come posso fermare questa tempesta?"

Il maghetto cercava di ricordarsi l'incantesimo contrario, ma aveva cominciato a tremare per il freddo, e avvertiva anche un po' di paura, lì, tutto solo.

Si mise quindi in un angolino e cercò di ricordarsi:

"Dente di leone e cuore di drago, il maltempo toglierai e contento mi farai."

E, ad un certo punto, smise di tuonare e piovere. Spuntò il sole caldo fuori dalla finestra, e gli uccellini iniziarono a cinguettare.

Il maghetto, tutto felice, tornò a fare altri incantesimi:

"Oh, questo sì che è bello!"

Mentre inseriva alcuni ingredienti dentro il pentolone, iniziò a cantare:

"Alito di rana, occhio di bue, da questo momento tutto è un lamento e io il fuoco, ora invoco."

E, in un battito di ciglia, dietro la casetta del piccolo maghetto, si vide il fumo salire su in alto, nel cielo, e il fuoco avvicinarsi sempre di più.

Il maghetto era terrorizzato:

"Oh, ma cosa ho fatto?"

Il fuoco era veloce, più di qualsiasi animale feroce. Non riusciva a fermarlo, però forse poteva domarlo.

Si ricordò di un vecchio incantesimo e allora iniziò a correre di qua e di là per prendere gli ingredienti che gli servivano:

"Oh, piume di g-g-gufo, unghie di g-g-gatto, il fuoco voi porterete più lontano, così da eliminare tutto questo baccano!"

E in un attimo cominciò a soffiare un forte vento, che si portò via tutto il fuoco. Ed ecco che piano, piano, ritornò la quiete in quella foresta lontana.

Il piccolo maghetto, ora, era esausto e impaurito era rimasto.

"Userò la mia magia per far tornare l'allegria. Non sarò più monello, userò solo il mio cervello."

E così, il piccolo maghetto iniziò a prendersi cura della sua foresta, usando la testa.

Non giocava più con il fuoco o con le tempeste, non voleva più essere una peste.

L'armonia lui portava e felice lui diventava!


A cura di 

Valentina Dragotta

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